Passa ai contenuti principali

Lusso e classe non conoscono crisi

Diversi notiziari stanno riportando  il calo di occupazione della riviera romagnola. Anzi per essere più precisi l'occupazione c'è ma ma quello che davvero sta usurando Rimini&CO. è l'ADR ovvero il Ricavo medio camere (Average daily rate) e un RSE (Room Sales Efficiency) in forte calo rispetto ai favolosi anni '90.

Colpa della crisi?
Non tratteremo in questo post le ragioni per cui la riviera romagnola non è più competitiva rispetto al passato e anche lì va detto che ci sono strutture modello che vanno controcorrente e che vanno avanti alla grande nonostante la crisi.
Il caso romagnolo comunque fa riflettere come la peggior cosa da fare in tempi di crisi è avere l'ansia da occupazione.  Detta così sembra un suicidio commerciale e in effetto lo può diventare se non ci si preoccupa per niente dell'occupazione, tuttavia se per avere la struttura piena a tutti i costi si fa la lotta al ribasso col vicino allora qualcosa non va.

Ogni struttura ha una sua personalità ma è anche importante riuscire a muoversi in linea con il mercato che tira di più.

Dire che c'è crisi e che bisogna adeguarsi può essere vero, ma stiamo attenti che non diventi un paracebo per un certo "conservatorismo" alberghiero. Sicuramente quando c'è crisi c'è bisogno di avere un pizzico di coraggio in più per tentare nuove strategie commerciali.

Il caso alberghiero di DETROIT dalla crisi alla crescita.


Detroit per chi non lo sapesse, è la città simbolo della crisi. Una città data in fallimento dell'automotive . Che vantaggio economico può dare un'hotel in una città che ha perso gran parte del mercato business? Semplicemente bisogna convertire le strategie commerciali.
Ed è così che nel 2013 diverse strutture alberghiere invece di chiudere hanno pensato a rimodernarsi e di riqualificarsi.
Il doctor spin della situazione l'ha fatto il Detroit Marriott Renaissance Center che ha rimodernato la sua struttura di 73 piani portandola a 1,298 camere e a oltre 300metri quadri di sale riunioni per un costo stimato da alcuni esperti che oscillerebbe sui $40 millioni ai $50 million con una prospettiva ancora in divenire per il 2020.
Hanno seguito a ruota anche altre strutture più piccole con badget ridotti. I risultati non si sono fatti attendere: si è notato che il tasso di occupazione che oscillava attorno all'11.7% sta arrivando al 78.6%. (facciamo riferimenrto al 3 agosto 2013 secondo l'STR). Per quanto possa sembrare assurdo pare che questi dati sia collegati a un AUMENTO medio del ADR da $67.56 a $85.93.
Cosa ha portato questo boom?  Nell'analisi dei diversi segmenti di mercato si è notato che il mercato del lusso abbia contribuito alla crescita per il 6.8% influenzandone anche il RevPar per un interessante 8.6%.
Le strutture non di lusso ma che nella riconversione hanno puntato a un segmento superiore hanno registrato un'incremento sul breve periodo di un +7.8%.

Sembra quasi che la gente non riesca a vendere le proprie case ma gli hotel riescono a vendere di nuovo le proprie camere.

Il caso italiano 


Secondo una ricerca del gruppo Uvet , nell'arco degli ultimi dieci anni gli hotel di lusso in Italia sono cresciuti complessivamente del 134%, e dalle 164 strutture del 2002 si è passati alle 383 del 2011 e  la provincia di Napoli  detiene la maglia rosa dell'hotellerie di lusso con 32 hotel a 5 stelle, è il regno degli alberghi di lusso, soprattutto grazie alle strutture presenti nelle località turistiche come Ischia, Capri e Anacapri.
 Il vantaggio italiano è che le brand internazionali non sono presenti in maniera così massiccia come in altri paesi ma lo svantaggio è che non esiste in Italia un contratto di management con la proprietà (come invece avviene negli Stati Uniti e nel Regno Unito) dove il proprietario dell'immobile viene coinvolto nella gestione, dove per dirla in parole semplicistiche il canone di fitto viene pagato in termini di performance che la struttura genera.

Stando a una ricerca pubblicata sul Sole24ore del 17/01/2013 : "La fascia degli hotel di lusso in Italia presenta delle peculiarità interessanti per gli investitori stranieri.Innanzitutto l’Italia ha un flusso turistico generale tra i più importanti in Europa: quasi 43 milionidi turistiall’anno.Il Paese offre il meglio per tutte le tipologie diturismo di fascia alta, spesso riunite in un unicocontesto(città d’arte, città business/shopping; località almare, in collina e montane esclusive e famose in tutto ilmondo; resort e turismo wellness)."
Secondo un rapporto di Altagramma "il 2011 si conferma anno di crescita record per il settore degli alberghi di lusso, che hanno registrato un +15% per un mercato totale di 107 miliardi di euro, trascinati da un incremento del tasso di occupazione delle camere. Nel 2012 il trend si consolida con un’ulteriore crescita del 18%, grazie anche all’effetto positivo dell’apprezzamento del dollaro." 
Nonostante questi dati si è notato purtroppo che strutture grandi anche di lusso hanno dovuto abbassare i prezzi.

Quale soluzione per gli alberghi italiani?


Non esiste una soluzione ottimale per tutti. Le strutture alberghiere italiane devono riconoscere che possono contare su una loro "personalità" unica e indiscutibile e non su quella dell'albergo vicino. 
Con questo intendo anche dire che ciascuna struttura seguirà una propria  politica commerciale tenendo d'occhio la propria RSE.

A livello personale sono dell'opinione che anche se non di lusso il viaggiatore moderno è comunque un viaggiatore abituato a certi confort ed è pertanto anche più esigente del passato. E' colpa di TripAdvisor? Non credo, credo che siti come Tripadvisor e Holidaycheck siano solo il riflesso di un viaggiatore che si confronta e che è alla ricerca di qualcosa di unico e confortevole. A casa sua avrà un certo tipo di confort che si aspetterà di trovare maggiore o uguale anche nella struttura dove andrà ad alloggiare. Ora la mia domanda è:  "facendo una politica al ribasso, si riesce davvero a soddisfare l'ospite esigente?"



di
SABATO COLELLA

Fonti bibliografiche:
http://www.hotelnewsnow.com/Article/10080/Detroit-back-in-business
http://www.crainsdetroit.com/article/20130303/NEWS/303039999/renovations-registry-hotels-upgrade-to-ride-a-rebound-in-occupancy
http://www.examiner.com/article/detroit-occupancy-rate-increasing-midtown-s-young-residents-upping-demand

Commenti

  1. Complimenti per questa ricerca approfondita e ben esposta. Per quanto riguarda la tua domanda posso risponderti che molti albergatori, che giocano al ribasso, non sono interessati a soddisfare i propri ospiti ma solo il proprio conto in banca.
    (Qui c'è bisogno di una brava correttrice di bozze, fammi un fischio la prossima volta.)
    Adriana

    RispondiElimina
  2. Un ragionamento equilibrato. Bravo Sabato

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Come Calcolare le commissioni d'albergo

Cari amici e carissimi lettori, è una gioia per me vedere l’affetto che nutrite per il mio blog.  Dopo gli articoli come “ Prepagamento e acconto ” e “ Capire la caparra e l’acconto ” cercheremo di fare chiarezza anche sulle commissioni che tanto ci interessano nei rapporti con le OTA, i Tour Operator e le Agenzie di Viaggi. In maniera molto semplicistica, la commissione rappresenta la percentuale che va riconosciuta a un intermediario. A questo importo va scorporata l’iva. Ma andiamo per gradi e facciamo qualche esempio pratico: Supponiamo che abbiamo concordato con un’ agenzia di viaggi una commissione del 9% e da questa abbiamo ricevuto prenotazioni per un valore di 1000 euro   (consideriamo una cifra tonda). Le domande sono:     Quanto ha guadagnato l’hotel?     Quanto ha guadagnato l’agenzia di viaggi? Per sapere quanto ha guadagnato l’hotel o l’agenzia di viaggi bisogna tener presente il tipo di accordo che è stato stipulato preventivamente tra l

O.T.A. vs FEDERALBERGHI, una sfida all'ultimo sangue?

Quando si parla delle OTA le reazioni cambiano diametralmente se si tratta di un viaggiatore o se si tratta di un albergatore. Un’attrazione per i primi, una minaccia per i secondi. E’ un dato di fatto che in certi casi le commissioni possono essere alte ed ovviamente si guadagnerebbe di più se le prenotazioni arrivassero in maniera diretta. A questo proposito Federalberghi ha creato il video: “ Fatti Furbo” che incoraggia di telefonare direttamente gli alberghi per ottenere la cosiddetta "B.A.R" (Best Available Rate) stando attenti al "dumping"    il che di fatto significa lavorare in una sorta di disparità tariffaria.  La strategia che Federalberghi e molti manager vogliono portare avanti è davvero interessante e che condivido fino al punto che la disintermediazione non divenga totale. Uno come Sabato Colella che dice che non bisogna puntare alla disintermediazione totale è impazzito o non sa quanto ci costa lavorare con Booking.com ,

Gestire un Bed & Breakfast. Anticipare le esigenze dell'ospite prima dell'arrivo.

Foto tratta da Work.biz Un ospite che preferisce prenotare in un Bed & Breakfast in genere non lo fa solo per il fattore economico ma anche per il senso di "casa". Una delle esperienze più belle che ho avuto quella volta che da viaggiatore ho dovuto prenotare una struttura extralberghiera è stata quando il proprietario al quale avevo comunicato l'orario del mio arrivo, si fa trovare in struttura e ha iniziato un rapporto di cordialità e quasi amicizia. Lasciamo i processi di scelta per un altro articolo e chiediamo alla nostra collega Anna Cioffi di cui abbiamo già parlato in un articolo precedente , che esperienza ha avuto e come l'esperienza l'ha aiutata. Anna, pensi sia possibile anticipare i bisogni del viaggiatore che sceglie un B&B? Ogni viaggiatore ha bisogni personalizzati ! La Sua prima domanda è: “ Potrò fare questo?” Assicurare il nostro Ospite prima del viaggio è determinante. Per fare tutto ciò è importante informarsi per informare: