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Vacanze da paura.. Vacanze NO COVID-19

Vacanze da paura.. Vacanze NO COVID-19

Recentemente molti si sono trovati a fare delle riflessioni sociologiche senza averne i meriti e le competenze ma soprattutto non esaminando la clientela in maniera piena con tutte le sue differenze culturali, sociali e quindi di scelta. Ma i dati?

Per questa ragione oggiturismo.com pubblica un interessante articolo di Enrico Califano di Campania food & Travel  e di Piratinviaggio.com che mette da parte le chiacchiere accademiche  a favore di un'analisi sociologica tramite un sondaggio rivolto a viaggiatori e NON A OPERATORI DI SERVIZI TURISTICI. In questa prima fase leggiamo assieme cosa é emerso.

Il settore forse più colpito in assoluto è quello turistico… tutta la filiera intendiamoci. 

Era indispensabile cercare di capire sia sotto il profilo economico che sociale che direzione avrebbe preso il turismo e avere la lungimiranza di guardare avanti per interpretare questo momento storico. 

Nel momento in cui il “COVID” ha deciso di fermare il Mondo, di fermare tutti i mezzi di trasporto e tutte le attività, in quel preciso momento è stato colpito il Mondo del Turismo.



Il colpo è stato fortissimo, inaspettato, incontrollato, i danni… incalcolabili!

E poi c’è la paura del COVID-19:  un male invisibile, subdolo, che in alcuni casi non lascia scampo.

Ecco, questo è il quadro in cui ho deciso di preparare la mia ricerca sociologica.

Un questionario che  ha l’obiettivo di interpretare e studiare le opinioni dei viaggiatori italiani, capire se il loro interesse nel riprendere a viaggiare è ancora vivo oppure se la paura ha preso il sopravvento. 

I primi dati rilevati (su 1600 viaggiatori) parlano di una percentuale di circa il 60%(40% abbastanza + 21% molto)  che avrà paura di partire; un dato molto alto !


Analisi del sondaggio

Non è un questionario solo a domande chiuse ma, volontariamente, per alcune domande ho lasciato una risposta aperta.. “altro” .

I risultati sui primi 1600 viaggiatori portano un equilibrio tra chi vorrebbe partire e chi non partirà sicuramente.

Un equilibrio che rispecchia le problematiche degli italiani in questo momento storico. Un segnale preoccupante perché significa che l’impatto del Virus sulla vita quotidiana delle persone è stato forte e incontrollato.


 Nelle risposte alla voce  “ altro” c’è tutta la  rabbia, lo sconforto, la rivincita di chi in questi 3 mesi si è dovuto rassegnare alla chiusura della propria attività, alla cassa integrazione, ma anche al desiderio di poter ricominciare.

L’uomo è nato per essere sociale, per condividere, per scoprire. Da sempre ha cercato di fuggire dalla prigione dell’ignoranza, dell’ignoto, della paura ed ora è prigioniero della Natura.

I cambiamenti storico-economici in un quadro di frenetico sviluppo tecnologico degli ultimi 20 anni poi, hanno contribuito paradossalmente ad allontanare l’uomo dalla vita sociale reale per trascinarlo in una realtà virtuale dove la condivisione “di qualcosa” non è quasi mai interpretata dall’individuo ma è semplicemente recepita e replicata.

La Pandemia (e la scrivo con la “P” maiuscola per rispetto) in 60 giorni ha tolto la maschera  virtuale a tutti quanti noi facendoci riscoprire usi, costumi e cibi (come il pane) che altrimenti si sarebbero persi con la memoria dei nostri tantissimi anziani colpiti più degli altri in questo periodo.  Una condivisione corale della quotidianità e delle antiche tradizioni culinarie.



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In poco più di 2 mesi abbiamo ri-scoperto parole come  “piano Marshall”, canzoni come “Bella Ciao”    e ricordato momenti storici come “ la crisi del ’29 ” più volte menzionata da giornalisti e storici dell’economia; argomenti che hanno riempito intere biblioteche, “Quarantena”; ma è anche vero che abbiamo iniziato ad utilizzare parole come “Resilienza”, “Lockdown”  , “Pandemia”.

Certo è che una crisi di tale portata nei miei 43 anni di vita non l’ho mai vissuta: per questo motivo ho deciso che fosse il momento di capire (in uno specifico settore, fondamentale per la nostra nazione, 15% del PIL nazionale) la reazione delle persone alla parola “vacanza”. Una parola ricca di significati positivi e di simboli socio-economici ma che in questo momento ha preso un’accezione negativa, futile, fastidiosa, arrogante.

In  una guerra, e ora in una Pandemia, l’essere umano deve fare delle scelte per la sua sopravvivenza. Pertanto i primi bisogni che vengono eliminati sono quelli “secondari” o volgarmente dette “di piacere”: parrucchiere, estetista, viaggi, ristoranti, discoteche, centri  benessere… praticamente tutti quei beni  che non sono di prima necessità.

Il turismo, con il blocco immediato di voli, crociere, treni è stato il primo ad essere eliminato e non poteva essere altrimenti, visto che a causa del distanziamento non si poteva più assicurare una vacanza serena ai viaggiatori.

Le domande che mi sono posto sono state tante e diverse  ma utili a darmi delle indicazioni su come ricominciare e da dove :  le vacanze così come le conoscevamo riprenderanno? in che modo? In che luoghi? Con quali modalità? Fra quanto tempo torneremo a viaggiare?



Il questionario terminerà a fine maggio, i dati rilevati verranno raccolti e per metà giugno verranno divulgati nella speranza di poter dare il mio piccolo contributo agli imprenditori del settore turistico.

Questo è solo un articolo introduttivo alla ricerca, per esporre la mia idea e per preparare i lettori poi ad un articolo che sarà più tecnico e dettagliato.

Se pensi che la tua opinione sia utile ti esorto a compilare anche tu il mio questionario

Link al questionario

Per partecipare al sondaggio GRATUITO, dalla prospettiva di viaggiatore cliccate qui


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